Quel che resta di Midgar in Final Fantasy VII remake

1997, quinta era delle console, ovvero l’anno in cui Final Fantasy VII uscì e fece fare il balzo evolutivo alla saga di Squaresoft. L’avventura di Cloud, Tifa, Aerith e compagni, rimasta esclusiva PlayStation per vent’anni, fu nell’immediato un successo e sul lungo periodo generò un effetto tipico di molte grandi opere: un culto generazionale.

Per questo motivo è difficile valutare Final Fantasy VII e il suo remake in modo oggettivo. Credo invece che sia utile affrontare due aspetti che lo differenziano in modo significativo dai capitoli precedenti e successivi. Entrambi hanno a che fare con l’impianto narrativo del gioco e riguardano il world building e la caratterizzazione dei personaggi.

E il remake che tutti aspettavano? È stato un successo. Ha superato i 5 milioni di copie vendute in una manciata di mesi. Tuttavia, ha stravolto alcuni elementi dell’originale e si è concluso con molte nubi all’orizzonte, ma non per questo bisogna essere pessimisti.

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The Last Of Us Part 2, gameplay e io narrante

Sono molti ormai i libri che raccontano storie dal punto di vista di numerosi io-narranti. Questa tecnica si trova sia nei mattoni postmoderni in cui un branco di voci assale e stordisce il lettore, sia nei prodotti più commerciali. Per questo motivo il pubblico più esperto è abituato ad incontrare diversi narratori nello stesso romanzo.

Nei videogiochi è più complicato. Esistono infatti molti titoli action che puntano in prevalenza sullo sviluppo di una trama in modo classico e il gameplay, per quanto divertente, è ancillare alla storia. Metal Gear Solid, Uncharted, Red Dead Redemption II sono solo alcuni esempi di questo genere videoludico.

The Last Of Us e la ridefinizione di un canone narrativo per i videogame

Ovviamente tra i titoli action c’è The Last Of Us di Naughty Dog, che nel 2013 determinò uno nuovo standard per gli action.

La storia di The Last Of Us è semplice. In un’America devastata da un’apocalisse zombie Joel, contrabbandiere che ha perso la figlia all’inizio della pandemia, accetta di accompagnare Ellie, una bambina immune a questo fungo infetto, a Salt Lake City per fare in modo che venga creato un vaccino. Tuttavia, quando l’uomo completa la sua missione si trova davanti a un dilemma: la vita di una persona o la salvezza dell’umanità.

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