Americanah: occhi

Americanah è il romanzo degli occhi che devono abituarsi a nuovi mondi e riabituarsi alla vecchia casa.

Primo giorno negli USA: abituare lo sguardo

Quando Ifemelu, la protagonista del romanzo, atterra per la prima volta negli Stati Uniti si accorge che c’è una forte scollatura tra la realtà e le sue aspettative, con la quale dovrà fare i conti per mesi.

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Razzabuglio: il blog di Ifemelu

Ifemelu è la protagonista di Americanah. Nigeriana emigrata in America e alle prese con diversi strati di razzismo e incomunicabilità tra questi due mondi, ha un blog chiamato Razzabuglio.

Il blog in realtà non esiste (purtroppo): è semplicemente una linea narrativa attorcigliata attorno alle vicende dei personaggi. Infatti, molti capitoli si concludono con un articolo di Razzabuglio che, da un punto di vista tematico, integrano le cose che succedono a Ifemelu.

Ogni articolo affronta un tema sociale rilevante con ironia e intelligenza. Inoltre, fanno riflettere su tutta una serie di aspetti che non attraversano mai la prospettiva di chi appartiene razza/classe dominante. Come me. Per questo motivo sono davvero grato a Chimamanda Ngozi Adichie per avermi regalato Americanah e allo stesso tipo un po’ triste perché Razzabuglio non esiste per davvero.

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Americanah: integrazione e lingua

Come ho già scritto altrove, leggere Americanah è come mettersi degli occhiali distorcenti, che permettono di guardare il mondo dal punto di vista di uomini e donne della middle-class nigeriana immigrati negli USA o in UK. La maggior parte delle volte questo processo di integrazione fallisce: i protagonisti non riescono a capire il motivo di certe abitudini oppure si rendono conto che non verranno mai accettati perché non corrispondono agli stereotipi positivi e negativi che circolano su di loro. Ecco due estratti che mettono in luce questa problematica

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