Un dialogo della buonanotte in Underworld

Tra le tante cose in cui DeLillo è un dio della letteratura c’è la capacità di far parlare i propri personaggi in modo merviglioso. Questo dialogo, per esempio avviene tra Nick Shay, protagonista di Underworld, e la moglie Marian. I due coniugi, reduci da una giornata molto stancante cominciata con un volo in mongolfiera, si scambiano i pensieri prima di addormentarsi.

È una situazione capitata anche a voi, probabilmente, quella di parlare con qualcuno quando si è molto stanchi, senza riuscire a seguire un filo del ragionamento. Ecco, il dialogo di Underworld che state per leggere riproduce magistralmente una situazione di questo genere.

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Long Tall Sally: nose art e Little Richard in Underworld

Long Tall Sally è una canzone di Little Richard del 1957 evocata nella prima parte di Underworld. La prima parte del romanzo porta proprio il nome di questa canzone.

Il motivo è questo. Klara Sax, artista che sta ridipingendo vecchi aerei militari nel deserto, ad un tratto si sofferma su uno di essi, sulla cui fusoliera c’è il dipinto di una ragazza e il suo nome: Long Tall Sally.

È un’opera di nose art, ovvero un disegno realizzato con lo spray che permetteva agli aviatori di personalizzare la propria macchina.

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Un io narrante di Underworld ti parla dal dormiveglia

Il primo capitolo di Underworld di Don Delillo ha come io narrante una pallina da baseball durante la finale della National League del 1951 . È un derby newyorchese tra Dodgers e Giants, vinto da questi ultimi grazie a un fuoricampo di Bobby Thomson. Il suo gesto è stato soprannominato The Shot Heard ‘Round The World.

Provate a immaginare questa pallina che schizza da una parte all’altra del Polo Ground, “inquadrando” persone sedute in diversi punti dello stadio: da Frank Sinatra a Cotter, il ragazzino che riesce a impossessarsi dell’oggetto finito sugli spalti.

Vi sembra un modo cervellotico di raccontare una storia? Avete completamente ragione. Bisogna però dire che DeLillo fa capire fin da subito al lettore che troverà duro. Infatti, oltre alla pallina (e come in altri romanzi postmoderni come Infinite Jest e 2666) la storia rimbalza tra un punto di vista e un altro.

In Underworld c’è però un personaggio e io-narrante che potrebbe essere il protagonista. Si chiama Nick Shay ed è l’unico a raccontare in prima persona. Detto questo, non è facile seguire il suo flusso di coscienza. Per esempio, nella prima parte del romanzo, Long Tall Sally, mi ha dato l’impressione di essere in procinto di addormentarsi mentre narra la sua storia.

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Il quinto libro di 2666: la Parte di Arcimboldi

2666 si conclude con la biografia di Arcimboldi, lo scrittore misterioso sulle cui tracce si mettono i quattro critici.

Anticipare qualche contenuto di quest’ultima parte sarebbe davvero un delitto perché, dopo una maratona di diverse centinaia di pagine e personaggi, bisogna godersi la vita di Arcimboldi, l’autore di romanzi con una vita da romanzo come Bolaño, senza spoiler.

L’unico estratto che vi lascio da questo libro è laterale alla storia ed è la descrizione di un quadro, Il cuoco del pittore Arcimboldo, che il protagonista trova in un quaderno nascosto dentro un’isba

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Il quarto libro di 2666: la Parte dei Delitti

Se nei primi tre libri i personaggi più ricorrenti sono persone o gruppi di persone, nella Parte dei Delitti la protagonista è la città di Santa Teresa, un luogo immaginario al confine tra il Messico e gli Stati Uniti.

In realtà Santa Teresa è una Ciudad de Juàrez camuffata. Entrambe infatti sono caratterizzate da un numero impressionate di femminicidi e il libro è per la maggior parte del tempo una carrellata di donne ritrovate morte, stuprate, mutilate.

L’inizio della Parte dei Delitti

La morta fu ritrovata in un piccolo appezzamento di terreno abbandonato nel quartiere Las Flores. Indossava una maglietta bianca a maniche lunghe e una gonna gialla al ginocchio, di una taglia più grande. La scoprirono dei bambini giocando, e avvisarono i genitori. La madre di uno di loro telefonò alla polizia, che giunse sul posto nel giro di mezz’ora.[…]

Questo accadde nel 1993. Nel gennaio del 1993. Fu a partire da quella vittima che si cominciarono a contare le donne assassinate. Ma è probabile che ce ne fossero state altre. La prima fu Esperanza Gómez Saldaña e aveva tredici anni. Ma è probabile che non fosse la prima. Forse era in cima alla lista per comodità, perché fu la prima a essere assassinata nel 1993. Ma nel 1992 ne erano sicuramente morte altre. Altre che erano rimaste fuori dalla lista o che nessuno aveva mai ritrovato, sepolte in fosse comuni in mezzo al deserto o bruciate e le loro ceneri disperse nel cuore della notte, quando neppure chi le disperde sa bene dove, in che posto si trova.

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Il secondo libro di 2666: la Parte di Amalfitano

Il secondo libro di 2666 è la Parte di Amalfitano, la più breve di tutte. Anch’egli, come i quattro del libro introduttivo, è un critico letterario.

Anche lui è in preda a un’ossessione, ma non è relativa ad Arcimboldi. La sua storia è questa: dopo aver vissuto a Barcellona per diversi anni insieme alla figlia Rosa (la moglie lo ha abbandonato), decide di accettare una cattedra a Santa Teresa, in Messico.

In realtà Amalfitano compare già nel primo libro, ma è una comparsa che fa da cicerone ai critici/detective. In quella parte è significativo il suo monologo sugli intellettuali messicani, che assomiglia a qualcosa che avrebbe detto Bolaño stesso.

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il primo libro di 2666: la Parte dei Critici

2666 è diviso in cinque libri. Il primo è La parte dei critici e ha come protagonisti quattro critici letterari ossessionati da un autore tedesco misterioso: Benno Von Arcimboldi.

Il libro è suddiviso in due nuclei.

Nel primo vengono presentati i quattro protagonisti, Pelletier, Espinoza, Morini e Liz Norton, nel contesto di una lunga parodia degli ambienti accademici che si occupano di critica letteraria.

Nel secondo, tre dei quattro critici partono per Santa Teresa, una città messicana immaginaria che assomiglia in tutto per tutto a Ciudad de Juarez e dove sembra che si trovi Arcimboldi.

La ricerca è infruttuosa per i due uomini della compagnia di detective improvvisati, ovvero Pelletier ed Espinoza, che anzi è come se si deteriorassero a contatto con la città.

Liz Norton invece in Messico scopre qualcosa, che però non c’entra nulla con la letteratura.

L’incipit della Parte dei Critici, che è anche l’incipit di 2666, è la descrizione di Jean-Claude Pelletier

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Infinite Jest: il monologo dell’insozzatore di cessi

La droga ha un ruolo fondamentale in Infinite Jest. Una delle tre linee narrative del romanzo di David Foster Wallace è ambientata proprio in una struttura di recupero per tossicodipendenti: la Ennet House. I residenti della clinica vanno praticamente tutte le sere a incontri di mutuo auto aiuto. Quindi, ci troviamo spesso di fronte a monologhi di persone che parlano delle loro dipendenze. Alcuni di questi sono davvero toccanti, altri esilaranti, come quello che vi propongo qui, che viene pronunciato dall’anonimo ex insozzatore di cessi e ha a che fare con il rapporto tra alcool e stitichezza.

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L’incipit di Le Correzioni

Le Correzioni di Jonathan Franzen è un romanzo che trasuda angoscia fin dal suo incipit. Raffiche su raffiche di entropia è l’immagine che spiega perfettamente dove andrà a precipitare e frantumarsi la storia dei protagonisti.

Leggetelo in un momento della vostra vita in cui siete sereni, perché la storia della famiglia Lambert mette a dura prova la vostra concezione di invecchiare bene.

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Randy Lenz e la sua passione per i gatti

Randy Lenz è un tossico della Ennet House con un grave disturbo ossessivo compulsivo legato al qui e ora: deve sempre sapere che ore sono e deve sempre stare a nord. Inoltre, ha gravi crisi di rabbia che impara a risolvere assassinando prima ratti, poi gatti e infine cani.

Insomma, è un personaggio spregevole. Tuttavia, ogni volta che compare in Infinite Jest produce un effetto esilarante. D’altronde Wallace sa come fare innamorare il lettore di brutte persone.

Vi lascio un estratto in cui emerge la grande passione di Randy Lenz per i gatti.

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