I ragazzi della Nickel: le mani di Chickie Pete

Il protagonista di I ragazzi della Nickel incontra Chickie Pete a New York molti anni dopo la sua permanenza in quell’istituto correttivo. Entrambi portano i segni di quell’esperienza, così come tutti gli altri studenti di quella scuola che ha distrutto i loro talenti.

In questi giorni segnati dall’omicidio di George Floyd alcuni maschi bianchi eterosessuali si scandalizzano per la violenza dei riot. Avere questa opinione è il privilegio di chi tiene la storia dalla parte del manico e nelle vene sente scorrere il sangue dei vincitori.

Colson Whitehead per il tempo dei suoi romanzi ti fa percepire sotto pelle cosa l’ingiustizia di essere un afroamericano in un paese razzista. Poi però il libro finisce e torna nella libreria. E il lettore torna nella sua comodità esistenziale.

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Americanah: occhi

Americanah è il romanzo degli occhi che devono abituarsi a nuovi mondi e riabituarsi alla vecchia casa.

Primo giorno negli USA: abituare lo sguardo

Quando Ifemelu, la protagonista del romanzo, atterra per la prima volta negli Stati Uniti si accorge che c’è una forte scollatura tra la realtà e le sue aspettative, con la quale dovrà fare i conti per mesi.

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L’incipit di Archivio dei bambini perduti

È un classico: vai a una conferenza in un posto piccolo, fuori dalla sala c’è il banchetto della casa editrice, leggi l’incipit e se ti piace compri il romanzo. È successo più o meno così con Archivio dei bambini perduti di Valeria Luiselli, che si apre con una camera fissa sull’auto di una famiglia di quasi americani che comincia il suo ultimo viaggio.

Il resto del libro sarà presto storia della letteratura.

PARTENZA

Le bocche aperte al sole, dormono. Il maschio e la femmina, le fronti imperlate di sudore, le guance rosse, striate di bianco dalla saliva seccata. Occupano l’intero sedile posteriore dell’auto, stravaccati, le membra placide e abbandonate. Dal sedile del navigatore, ogni tanto mi giro per dar loro un’occhiata, poi torno a studiare la mappa. Avanziamo nella lenta lava del traffico verso i margini della città, lungo il ponte George Washington, e ci immettiamo nell’autostrada. Un aereo passa sopra di noi e lascia una lunga cicatrice rettilinea sul palato di un cielo senza nubi. Al volante, mio marito si aggiusta il cappello, si asciuga la fronte con il dorso della mano.

Valeria Luiselli, Archivio dei Bambini Perduti

Razzabuglio: il blog di Ifemelu

Ifemelu è la protagonista di Americanah. Nigeriana emigrata in America e alle prese con diversi strati di razzismo e incomunicabilità tra questi due mondi, ha un blog chiamato Razzabuglio.

Il blog in realtà non esiste (purtroppo): è semplicemente una linea narrativa attorcigliata attorno alle vicende dei personaggi. Infatti, molti capitoli si concludono con un articolo di Razzabuglio che, da un punto di vista tematico, integrano le cose che succedono a Ifemelu.

Ogni articolo affronta un tema sociale rilevante con ironia e intelligenza. Inoltre, fanno riflettere su tutta una serie di aspetti che non attraversano mai la prospettiva di chi appartiene razza/classe dominante. Come me. Per questo motivo sono davvero grato a Chimamanda Ngozi Adichie per avermi regalato Americanah e allo stesso tipo un po’ triste perché Razzabuglio non esiste per davvero.

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Luiselli, Joyce, Saramago

Archivio dei bambini perduti di Valeria Luiselli è un grande libro da un punto di vista stilistico. La storia è struggente, attuale e necessaria, ma il modo in cui l’autrice la intesse è da olimpionici della letteratura.

Per esempio, il penultimo capitolo, narrato dal figlio, la cui voce prende il posto di quella della madre a metà romanzo, si allarga per 33 pagine senza neanche un punto. In ciò mi ha ricordato due opere caratterizzate dall’accumulo: Ulisse di Joyce e Le intermittenze della morte di Saramago.

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Americanah: integrazione e lingua

Come ho già scritto altrove, leggere Americanah è come mettersi degli occhiali distorcenti, che permettono di guardare il mondo dal punto di vista di uomini e donne della middle-class nigeriana immigrati negli USA o in UK. La maggior parte delle volte questo processo di integrazione fallisce: i protagonisti non riescono a capire il motivo di certe abitudini oppure si rendono conto che non verranno mai accettati perché non corrispondono agli stereotipi positivi e negativi che circolano su di loro. Ecco due estratti che mettono in luce questa problematica

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