Il sesso secondo Murakami: due estratti

Haruki Murakami scrive delle scene di sesso molto belle. Eppure dice che non vorrebbe farlo a causa della sua timidezza

Sono molto timido: mi vergogno molto mentre scrivo quelle scene. Ma devo farlo. Il sesso è la via maestra per passare dall’altra parte. Il rapporto sessuale ha qualcosa di spirituale. Apre una porta simbolica. L’amore però è molto più bello del sesso. Io scrivo favole per adulti. Tutti vogliamo credere nella forza dell’amore. E a quella del dolore. Nella realtà non si prova l’uno senza l’altro. Ma quando leggi un libro improvvisamente pensi che quello che stai leggendo può succedere davvero. E proprio a te.

L’Espresso

Immedesimazione. Che per quanto mi riguarda si traduce in un sentimento di nostalgia per le vite degli altri. Ragazzini; personaggi di fantasia che stanno sulla soglia del mondo dei grandi. E il sesso è un primo passo in quella nuova vita. Ecco due estratti, rispettivamente da Kafka sulla Spiaggia e Norwegian Wood.

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The Crown: Margaret Tatcher recita una poesia

Siamo in The Crown, serie tv Netflix che parla dell’era di Elisabetta Seconda. La quarta stagione, da cui è estratto il video, è ambientata tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta negli UK.

Dopo aver fatto fuori mezzo governo, Margaret Tatcher, ricevuta dalla regina Elisabetta II, esprime il suo approccio alla politica citando You Have No Enemies, poesia di Charles Mackay.

Altre cose da leggere

Un dialogo della buonanotte in Underworld

Tra le tante cose in cui DeLillo è un dio della letteratura c’è la capacità di far parlare i propri personaggi in modo merviglioso. Questo dialogo, per esempio avviene tra Nick Shay, protagonista di Underworld, e la moglie Marian. I due coniugi, reduci da una giornata molto stancante cominciata con un volo in mongolfiera, si scambiano i pensieri prima di addormentarsi.

È una situazione capitata anche a voi, probabilmente, quella di parlare con qualcuno quando si è molto stanchi, senza riuscire a seguire un filo del ragionamento. Ecco, il dialogo di Underworld che state per leggere riproduce magistralmente una situazione di questo genere.

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Un io narrante di Underworld ti parla dal dormiveglia

Il primo capitolo di Underworld di Don Delillo ha come io narrante una pallina da baseball durante la finale della National League del 1951 . È un derby newyorchese tra Dodgers e Giants, vinto da questi ultimi grazie a un fuoricampo di Bobby Thomson. Il suo gesto è stato soprannominato The Shot Heard ‘Round The World.

Provate a immaginare questa pallina che schizza da una parte all’altra del Polo Ground, “inquadrando” persone sedute in diversi punti dello stadio: da Frank Sinatra a Cotter, il ragazzino che riesce a impossessarsi dell’oggetto finito sugli spalti.

Vi sembra un modo cervellotico di raccontare una storia? Avete completamente ragione. Bisogna però dire che DeLillo fa capire fin da subito al lettore che troverà duro. Infatti, oltre alla pallina (e come in altri romanzi postmoderni come Infinite Jest e 2666) la storia rimbalza tra un punto di vista e un altro.

In Underworld c’è però un personaggio e io-narrante che potrebbe essere il protagonista. Si chiama Nick Shay ed è l’unico a raccontare in prima persona. Detto questo, non è facile seguire il suo flusso di coscienza. Per esempio, nella prima parte del romanzo, Long Tall Sally, mi ha dato l’impressione di essere in procinto di addormentarsi mentre narra la sua storia.

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Infinite Jest: il monologo dell’insozzatore di cessi

La droga ha un ruolo fondamentale in Infinite Jest. Una delle tre linee narrative del romanzo di David Foster Wallace è ambientata proprio in una struttura di recupero per tossicodipendenti: la Ennet House. I residenti della clinica vanno praticamente tutte le sere a incontri di mutuo auto aiuto. Quindi, ci troviamo spesso di fronte a monologhi di persone che parlano delle loro dipendenze. Alcuni di questi sono davvero toccanti, altri esilaranti, come quello che vi propongo qui, che viene pronunciato dall’anonimo ex insozzatore di cessi e ha a che fare con il rapporto tra alcool e stitichezza.

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Annientamento: la dissoluzione dei sensi

In questo romanzo le forme della vita cambiano in continuazione trasformandosi in qualcosa di innaturale. Responsabile di ciò è qualcosa con cui la protagonista viene a contatto nel capitolo finale di Annientamento: Dissoluzione.

Queste pagine sono forse le migliori del libro perché Jeff VanderMeer riesce a rendere la completa dissoluzione dei sensi attraverso numerose sinestesie e ossimori. Per esempio, il suono è un crescendo di giaccio oppure il sapore di brina bruciata.

Ecco un estratto del capitolo “Dissoluzione”, che ha al centro l’incontro della protagonista con l’entità che opera queste trasformazioni.

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Luiselli, Joyce, Saramago

Archivio dei bambini perduti di Valeria Luiselli è un grande libro da un punto di vista stilistico. La storia è struggente, attuale e necessaria, ma il modo in cui l’autrice la intesse è da olimpionici della letteratura.

Per esempio, il penultimo capitolo, narrato dal figlio, la cui voce prende il posto di quella della madre a metà romanzo, si allarga per 33 pagine senza neanche un punto. In ciò mi ha ricordato due opere caratterizzate dall’accumulo: Ulisse di Joyce e Le intermittenze della morte di Saramago.

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