Febbre: Rozzano è Sud sequestrato, incattivito

Febbre, romanzo autobiografico di Jonathan Bazzi, si divide tra due linee temporali: il passato dell’autore a Rozzano e il racconto della sua malattia nel presente.

Jonathan Bazzi è (tra le tante cose) una persona omosessuale, nata e cresciuta in uno di quei centri che affollano l’hinterland di grandi città come Milano e Torino. Sono paesi vicini eppure lontani dalle grandi metropoli, spesso privi di opportunità culturali.

Sono posti dove incarnazioni di stereotipi maschili e femminili affollano le strade e le case popolari.

Penso che molte persone, nate e cresciute ai bordi di questi centri economici, culturali e industriali, colgano delle corrispondenze tra la loro storia e la descrizione che Jonathan Bazzi fa di Rozzano in Febbre.

Eccone un estratto

Leggi tutto “Febbre: Rozzano è Sud sequestrato, incattivito”

Il quinto libro di 2666: la Parte di Arcimboldi

2666 si conclude con la biografia di Arcimboldi, lo scrittore misterioso sulle cui tracce si mettono i quattro critici.

Anticipare qualche contenuto di quest’ultima parte sarebbe davvero un delitto perché, dopo una maratona di diverse centinaia di pagine e personaggi, bisogna godersi la vita di Arcimboldi, l’autore di romanzi con una vita da romanzo come Bolaño, senza spoiler.

L’unico estratto che vi lascio da questo libro è laterale alla storia ed è la descrizione di un quadro, Il cuoco del pittore Arcimboldo, che il protagonista trova in un quaderno nascosto dentro un’isba

Leggi tutto “Il quinto libro di 2666: la Parte di Arcimboldi”

Il quarto libro di 2666: la Parte dei Delitti

Se nei primi tre libri i personaggi più ricorrenti sono persone o gruppi di persone, nella Parte dei Delitti la protagonista è la città di Santa Teresa, un luogo immaginario al confine tra il Messico e gli Stati Uniti.

In realtà Santa Teresa è una Ciudad de Juàrez camuffata. Entrambe infatti sono caratterizzate da un numero impressionate di femminicidi e il libro è per la maggior parte del tempo una carrellata di donne ritrovate morte, stuprate, mutilate.

L’inizio della Parte dei Delitti

La morta fu ritrovata in un piccolo appezzamento di terreno abbandonato nel quartiere Las Flores. Indossava una maglietta bianca a maniche lunghe e una gonna gialla al ginocchio, di una taglia più grande. La scoprirono dei bambini giocando, e avvisarono i genitori. La madre di uno di loro telefonò alla polizia, che giunse sul posto nel giro di mezz’ora.[…]

Questo accadde nel 1993. Nel gennaio del 1993. Fu a partire da quella vittima che si cominciarono a contare le donne assassinate. Ma è probabile che ce ne fossero state altre. La prima fu Esperanza Gómez Saldaña e aveva tredici anni. Ma è probabile che non fosse la prima. Forse era in cima alla lista per comodità, perché fu la prima a essere assassinata nel 1993. Ma nel 1992 ne erano sicuramente morte altre. Altre che erano rimaste fuori dalla lista o che nessuno aveva mai ritrovato, sepolte in fosse comuni in mezzo al deserto o bruciate e le loro ceneri disperse nel cuore della notte, quando neppure chi le disperde sa bene dove, in che posto si trova.

Leggi tutto “Il quarto libro di 2666: la Parte dei Delitti”

Il secondo libro di 2666: la Parte di Amalfitano

Il secondo libro di 2666 è la Parte di Amalfitano, la più breve di tutte. Anch’egli, come i quattro del libro introduttivo, è un critico letterario.

Anche lui è in preda a un’ossessione, ma non è relativa ad Arcimboldi. La sua storia è questa: dopo aver vissuto a Barcellona per diversi anni insieme alla figlia Rosa (la moglie lo ha abbandonato), decide di accettare una cattedra a Santa Teresa, in Messico.

In realtà Amalfitano compare già nel primo libro, ma è una comparsa che fa da cicerone ai critici/detective. In quella parte è significativo il suo monologo sugli intellettuali messicani, che assomiglia a qualcosa che avrebbe detto Bolaño stesso.

Leggi tutto “Il secondo libro di 2666: la Parte di Amalfitano”

il primo libro di 2666: la Parte dei Critici

2666 è diviso in cinque libri. Il primo è La parte dei critici e ha come protagonisti quattro critici letterari ossessionati da un autore tedesco misterioso: Benno Von Arcimboldi.

Il libro è suddiviso in due nuclei.

Nel primo vengono presentati i quattro protagonisti, Pelletier, Espinoza, Morini e Liz Norton, nel contesto di una lunga parodia degli ambienti accademici che si occupano di critica letteraria.

Nel secondo, tre dei quattro critici partono per Santa Teresa, una città messicana immaginaria che assomiglia in tutto per tutto a Ciudad de Juarez e dove sembra che si trovi Arcimboldi.

La ricerca è infruttuosa per i due uomini della compagnia di detective improvvisati, ovvero Pelletier ed Espinoza, che anzi è come se si deteriorassero a contatto con la città.

Liz Norton invece in Messico scopre qualcosa, che però non c’entra nulla con la letteratura.

L’incipit della Parte dei Critici, che è anche l’incipit di 2666, è la descrizione di Jean-Claude Pelletier

Leggi tutto “il primo libro di 2666: la Parte dei Critici”

Città Sommersa e il pericolo di un’unica storia

Torino è una città piena di cicatrici prodotte tra gli anni Settanta e Ottanta in mezzo a conflitti anche violenti. Oggi ci sono dei vinti e dei vincitori e la storia di quel periodo storico la raccontano spesso i secondi: le istituzioni che hanno sconfitto la lotta proletaria armata.

Città sommersa è il prodotto di “un atto di interesse” di Marta Barone nei confronti del padre Leonardo, condannato negli anni ottanta per partecipazione a banda armata e morto nel 2011. Mentre esplora la biografia frammentata del padre (che merita un approfondimento a parte), l’autrice ricostruisce una Torino degli Anni di Piombo molto più sfaccettata del ricordo che molti abitanti di questa città hanno ereditato e accettato.

Ovviamente il libro è molto più di una ricostruzione storica. Si potrebbe infatti dire che inciampa nella storia recente soprattutto per una contingenza emotiva. E questa è la sua forza rispetto ai saggi critici che affrontano quegli anni.

In questo articolo trovate due passaggi che smitizzano i “vincitori”.

Leggi tutto “Città Sommersa e il pericolo di un’unica storia”

I ragazzi della Nickel: le mani di Chickie Pete

Il protagonista di I ragazzi della Nickel incontra Chickie Pete a New York molti anni dopo la sua permanenza in quell’istituto correttivo. Entrambi portano i segni di quell’esperienza, così come tutti gli altri studenti di quella scuola che ha distrutto i loro talenti.

In questi giorni segnati dall’omicidio di George Floyd alcuni maschi bianchi eterosessuali si scandalizzano per la violenza dei riot. Avere questa opinione è il privilegio di chi tiene la storia dalla parte del manico e nelle vene sente scorrere il sangue dei vincitori.

Colson Whitehead per il tempo dei suoi romanzi ti fa percepire sotto pelle cosa l’ingiustizia di essere un afroamericano in un paese razzista. Poi però il libro finisce e torna nella libreria. E il lettore torna nella sua comodità esistenziale.

Leggi tutto “I ragazzi della Nickel: le mani di Chickie Pete”

Kafka sulla Spiaggia: il killer di gatti

In Kafka sulla Spiaggia c’è un personaggio che si chiama Johnnie Walker ed è un killer di gatti. O meglio, è un sadico maledetto che apre loro il ventre con un bisturi, estrae il cuore e lo mangia. Quindi, taglia le loro teste con una sega circolare.

Questo per dirvi di fare attenzione prima di leggere questo estratto.

Leggi tutto “Kafka sulla Spiaggia: il killer di gatti”

Randy Lenz e la sua passione per i gatti

Randy Lenz è un tossico della Ennet House con un grave disturbo ossessivo compulsivo legato al qui e ora: deve sempre sapere che ore sono e deve sempre stare a nord. Inoltre, ha gravi crisi di rabbia che impara a risolvere assassinando prima ratti, poi gatti e infine cani.

Insomma, è un personaggio spregevole. Tuttavia, ogni volta che compare in Infinite Jest produce un effetto esilarante. D’altronde Wallace sa come fare innamorare il lettore di brutte persone.

Vi lascio un estratto in cui emerge la grande passione di Randy Lenz per i gatti.

Leggi tutto “Randy Lenz e la sua passione per i gatti”

Kate Gompert, ossia la depressione in Infinite Jest

Anche Kate Gompert è un personaggio secondario di Infinite Jest. Forse è un po’ più famosa di Ken Erdedy per il suo discorso sulla depressione come un incendio che spinge a buttarsi giù dalla finestra.

È impossibile non affezionarsi a lei a causa del suo modo di muoversi e di guardare, rannicchiata sul lettino di un ospedale psichiatrico o sul divanetto della clinica per disintossicarsi.

Inoltre, il modo di parlare di Kate Gompert è sempre pungente e intelligente, ma allo stesso tempo disperato: ogni volta che appare è come se fosse la personificazione della depressione. Eccovi due estratti.

Leggi tutto “Kate Gompert, ossia la depressione in Infinite Jest”