Ad un certo punto ho pensato di non scrivere nulla su Nathalie Diaz, poetessa Mojave nata in California. La sua scrittura e il repertorio di immagini che ti mette davanti agli occhi sono un mondo lontanissimo dal mio.
“Scorpioni di luce”, “ocelot intagliato in calcedonio”, “seno pianta di fico”: questi sono solo tre esempi di espressioni intagliate dentro una mitologia sconosciuta che non volevo sgualcire e banalizzare.
La mediazione che ho trovato con me stesso per non tenerla fuori è quella di riportare due minuscoli estratti, sempre tratti da Nuova Poesia Americana. Spero di poter leggere più cose in italiano di questa autrice.
Piango alacranes – gli scorpioni acciottolano
cadendo a terra come forbici gialle di ferro.Atterrano capovolti su dorsi e occhi,
ma si torcono fino a rimettersi sui ventri segmentati.In loro c’è ciò che mi trafigge –
Nathalie Diaz, Luce di sangue
trascina a terra mio fratello.
Vi appoggio la bocca – illuminata di grazia, e veniamo entrambe
alla luce. Mi rende flusso.
Un’onda di scorpioni –
rapida luce. Una sferzata di respiro –
dio-creatoreLa luce le fa orizzonte sui fianchi – fa sgorgare un ocelot
intagliato in calcedonio e magnetite.
Fianchi, calcare e strapiombo,Le scivolano obliqui come luce nella coscia – scatola di luce, che va verso la pelle.
Nathalie Diaz, Luce di pelle
Altre cose da leggere
- Il profilo di Nathalie Diaz su Poetry Foundation
- Nathalie Diaz legge alcuni brani di Quando mio fratello era un Azteco
- Le poesie di Tracy K. Smith, Terrance Hayes, Robert L. Hass, Layli Long Soldier e Robin Coste Lewis.