Tracy K. Smith (anche lei tra i sei di Nuova Poesia Americana, volume 1) è folgorante per il modo in cui ti mette davanti a domande vecchie in una lingua sconosciuta. Pioverà domani, come è piovuto i giorni dopo la tua morte si trova in un punto a metà strada tra il dialogo e il soliloquio, un modo di parlare dei pazzi e di chi abita il lutto.
Conosco quel modo di comunicare con il vuoto, pieno di dolore, tipico dei sopravvissuti. Ecco la sua poesia
Pioverà domani, come è piovuto i giorni dopo la tua morte.
Io non saprò bene come vestirmi, e prenderò posto sul bus
tra quelli che conoscerò solo per la curva che le spalle disegnano
sul retro dei sedili davanti al mio. È novembre,
nubi temporalesche salgono sui tetti oltre la mia finestra.Non so più dove sei andata. Se la tua anima
aspetta qui – in camera mia, in cucina con la lampadina bruciata da poco –
o se è ascesa all’istante nel regno degli osanna. Certe sere,
salendo gli scalini di casa al buio, cercando alla cieca la posta e le chiavi,
so che sei lontana, infinitamente distante da noi. Che ci osservi
come uno di noi potrebbe fermarsi un momento a guardare un brulichio di formiche
col desiderio di aiutare, di raccogliere la briciola e posarla
accanto al formicaio, vedendo con tale chiarezza il loro impegno.
Tracy K. Smith, Pioverò domani, come è piovuto i giorni dopo la tua morte